Peripazzie/happynewyear: Epistolario matto di Rossella Scherl

Care, cari,

eccomi, quindi, mettiamo subito in chiaro: esigo rispetto. Non voglio si ripeta quel che è toccato a tutti i miei predecessori, magari in misura diversa ma a tutti e quando dico tutti intendo nessuno escluso. Non voglio una partenza coi botti e una fine coi vaffa… Qualunque cosa accada, nel male o nel bene, non intendo tollerare accuse o ricevere riconoscimenti sui fatti. Sui fatti non ho alcun potere, così come i miei predecessori. Così come i miei predecessori non porto. Così come i miei predecessori sono fatto per sommare e accumulare giri di lancette, battiti di display, albe e tramonti. Non nasco autore di avvenire ma contenitore, eppure anch’io, come già i miei predecessori, quando passerò il testimone, da ognuno di voi verrò etichettato, a futura memoria, secondo la curva descritta dal mio andamento. Un andamento di cui, lo ribadisco, anzi vi prego fatevi un appunto da tenere sempre a portata di mano soprattutto per quando imprecherete contro di me, un andamento di cui non sarò stato artefice. Altri lo saranno stati. Di altri è il potere, la responsabilità di segnare il mio destino nel bene e nel male, di scrivere la storia dei miei trecentosessantacinque giorni. Terra, aria, acqua, fuoco, donne e uomini di buona e cattiva volontà: forze della natura e umani, da voi dipendo. Agli elementi non posso rivolgermi, non sono dotati di discernimento, producono effetti legati a cause. Effetti sempre più gravi e resi catastrofici per soprusi subiti, soprusi che hanno sconvolto equilibri, soprusi i cui responsabili siete voi, esseri dotati di raziocinio, capaci di valutare conseguenze e fare scelte. Per questo è a voi che mi rivolgo, donne e uomini di buona e cattiva volontà, esercito di individui, maestri di capro espiatorio, perché sarete soprattutto voi ad incidere sul mio divenire. Se solo vi lasciaste guidare dal buon senso, se solo non dimenticaste con tanta facilità di appartenere ad un’unica famiglia che abita lo stesso pianeta, se solo remaste tutti verso lo stesso obiettivo con la consapevolezza che insieme si può e da soli si è condannati al fallimento, se solo la smetteste di essere i peggiori nemici di voi stessi potrei essere l’inizio di un nuovo futuro. Come quelli che mi hanno preceduto, metto a vostra disposizione un bene prezioso, il tempo, fatene tesoro, abbiate cura di me, del tratto di strada che percorreremo insieme. Possa il mio arco essere un ponte lastricato di buon cammino, fatto di oggi migliori di ieri, nonostante gli inciampi, le cadute, i piccoli e grandi dolori.

Con speranza,

il vostro Nuovo Anno

 

Immagine di copertina: L’albero della vita (Gustav Klimt, 1905-1909), Palazzo Stoclet, Bruxelles