di Giulia Perri

È in libreria (si può acquistare anche su Amazon), con la casa editrice Di Leandro, fondata e animata dalla poliedrica Monica Di Leandro, un libro insolito, scritto dall’avvocata di Taranto Barbara Pirelli. Barbara è compagna di vita di un altro avvocato – penalista – Nicola Cervellera, da cui ha avuto Niccolò, giovane speranza del tennis italiano; si definisce «legal e sustainability content creator» ed è autrice di innumerevoli articoli, oltre ad avere ideato varie rubriche giuridiche apparse sui canali social.

Scrive anche per NT Plus Diritto Il Sole 24 Ore, ma questa volta ha scritto un libro: Avvocato, si può?, dal sottotitolo Un galateo legale.

Di cosa si tratta? L’idea di Barbara Pirelli nasce da una sua rubrica su Linkedin, che aveva lo stesso titolo e lo stesso “taglio”: quante volte nella vita quotidiana per questioni spicciole o questioni di maggior rilievo, ci siamo trovati (sì, anche noi avvocati!) a chiederci, ma questa cosa la posso fare?

Quante telefonate o messaggi ricevono gli avvocati dai loro clienti o amici, in cui viene richiesto un consiglio, una delucidazione. Per esempio: posso parcheggiare e lasciare i finestrini aperti?

Direte voi, cosa di scarsa importanza…. Sì e no, dipende, come spesso rispondiamo noi avvocati.

E Barbara Pirelli risponde ai numerosi quesiti in modo facile da comprendere, mai banale, con frasi semplici ma esaurienti.

Un’altra delle idee vincenti del libro è far seguire le risposte dai richiami di legge, qualche accenno di giurisprudenza, elementi utilissimi per chi voglia approfondire e anche per gli “addetti ai lavori”, che trovano un vademecum pronto da usare per impostare lo studio del quesito del cliente: “Avvocato, si può?”.

La copertina del libro, la cui grafica è deliziosamente “pop”, rimanda a un’opera agile e snella, “pop” nel miglior senso del termine, dove pop non vuol dire poco serio e argomentato.

Ci dice Barbara Pirelli: «In effetti, il libro ha una veste “pop”, popolare, semplice, alla portata di tutti dalla casalinga, al pensionato, allo studente. Allo stesso tempo è un utile vademecum anche per noi avvocati che possiamo rimanere aggiornati in modo smart».

Mentre ci confrontavamo sulla copertina e sul linguaggio del libro, Barbara Pirelli ed io, abbiamo fatto il paragone con le migliori canzoni “pop”, quelle che cantiamo appena ne ascoltiamo le prime note: anche le c.d. “canzonette” non nascono solo da una ispirazione, come quella che ha avuto Barbara Pirelli, ma presuppongono una sicura e approfondita conoscenza della musica, dell’arte della composizione, dell’arrangiamento. Nel nostro caso, del diritto “vivente”.

Come mai ho collaborato personalmente al progetto? Non solo perché Barbara Pirelli, collega incontrata su Linkedin, diventata amica grazie a una delle magie del web, me lo ha chiesto (più come sostegno morale e comunicativo che altro: l’opera è tutta sua!), ma perché Avvocato, si può? risponde a un bisogno, applica un metodo innovativo, di impatto, in un mondo in cui i professionisti sono cambiati e devono mettersi sempre più al servizio di chi ha dubbi e cercare di chiarirli, in modo efficace e adatto ai tempi.

Con il suo libro Barbara Pirelli, inoltre, aiuta noi avvocati a non limitarci (o almeno non sempre!) a rispondere “Dipende…”, offrendoci uno strumento utile per accompagnare le persone che si rivolgono a noi, che si rivolgono a Barbara Pirelli, in un percorso ragionato per la comprensione di quello che si può e non si può fare, che nella vita di tutti i giorni diventa anche un percorso di corretto vivere civile, nella comunità di cui facciamo parte.

Come rammenta l’autrice, «Nella postfazione al libro, che ho scritto a quattro mani con Giulia, abbiamo voluto mettere in risalto come l’educazione giuridica del cittadino lo renda più consapevole e responsabile della necessità di rispettare la legge e il prossimo. Un cittadino educato giuridicamente avrà comportamenti più corretti, si eviteranno molti conflitti inutili e anche contenziosi giudiziari che intasano il sistema giustizia».