Marezzature/Donne del fare 2 di Antonella Iaschi

La “Biblioteca dei piccoli” è un open space multiculturale realizzato dalla giornalista Genny Pasquino a Guardavalle (provincia di Reggio Calabria), in Piazza Dante, di quei posti che ti fanno pensare che il futuro potrebbe essere diverso coltivando bene il presente. 

Buongiorno Genny, una chiesa, un piazzale, un edificio comunale e una porta che si apre sulle meraviglie di centinaia di libri. Ci dici come è nato questo tuo progetto?

Il progetto è nato dall’esigenza di mia figlia Ginevra: quando ci siamo trasferiti da Pergine Valdarno mi chiedeva di trascorrere dei pomeriggi in biblioteca e siccome non c’era ho pensato di realizzarne una che potesse essere frequentata da tutti. Così ho chiesto al Centro sociale anziani (che gestisce un immobile di proprietà comunale) di adottare la mia idea. Io avevo chiesto di poter utilizzare il sottoscala ma loro hanno optato per una stanza adibita a deposito. L’ho ripulita, imbiancata e, attraverso piccoli contributi di privati, ho allestito le scaffalature. I libri, il materiale didattico, i giochi e l’arredo sono frutto di donazioni di sostenitori che grazie ai social media mi arrivano da tutta Italia.

Dai tuoi post su Facebook e dagli articoli apparsi sui giornali locali si capisce che la tua non è una semplice biblioteca. Ci sono diverse realtà che si affacciano sul tuo cammino e si intrecciano con i tuoi eventi. Crescere ed aiutare a crescere culturalmente. È questa la tua missione?

Non è una semplice biblioteca perché in realtà accoglie esigenze di “resident/resistenti”, originari di diverse aree geografiche del mondo, a cui cerco di fornire informazioni e contatti utili con l’obiettivo di facilitare l’inserimento nel tessuto sociale. La possibilità di confrontarmi con altre realtà italiane è molto gratificante. Io credo che l’isolamento della Calabria sia un atteggiamento interno. Sono molti gli autori di libri per bambini e ragazzi del Nord che apprezzano l’idea della Biblioteca dei piccoli. Spontaneamente inviano testi, felici che gli scaffali di una piccola biblioteca, in uno sperduto paesino della Costa Jonica, possano custodire il loro lavoro. La Biblioteca dei piccoli è uno spazio dinamico e vivace, impegnato a promuovere la lettura e il senso civico, dentro le mura e fuori, attraverso iniziative e attività, è questo che la rende particolare. Ma in generale le biblioteche sono luogo di incontro, strumento di democrazia e coesione sociale. Il vero cambiamento parte dal basso e i cittadini consapevoli di domani sono i bambini di oggi, credo sia necessario investire di più sull’infanzia. Investiamo poco e male, secondo me. Per interiorizzare valori educativi servono l’esercizio quotidiano, esperienze concrete e un contesto ambientale stimolante. Io metto in rete la mia esperienza, magari diventasse virale!

Come funziona la Biblioteca?

È aperta il martedì e giovedì dalle 17 alle 18.30. Il servizio (letture in sede e prestito) è gratuito e io non vengo pagata da nessuno. In occasione di laboratory creative/scienze/arte e collaborazioni con altre associazioni è previsto un piccolo contributo per le spese di manutenzione ordinaria. Sono tesserati con il centro di aggregazione sociale ODV, ex centro anziani, i frequentatori fissi ma non è stato escluso nessuno. Arrivano anche sporadicamente da altri paesi della zona.

Da qualche mese so che stai collaborando con l’Associazione Agafray di Monasterace ed ho avuto il piacere di vederti all’opera. Fare rete, soprattutto in territori difficili, è importante, come è importante portare avanti il lavoro culturale iniziato da altri. Il “noi” quanto è importante per te?

È proprio bello il concetto di unione per me. La collaborazione con l’associazione Agafray è nata dall’amicizia con Agazio Fraietta, il ricercatore originario di Monasterace a cui è dedicata la biblioteca. Agazio era un sostenitore della Biblioteca dei piccoli di Guardavalle, inviava spesso libri e materiale didattico. Il suo sogno era quello di realizzare un centro culturale nella terra natia per promuovere la conoscenza della storia del territorio: la Calabria giudaica innanzitutto. Credo sia importantissimo sostenere ogni intervento volto ad implementare le occasioni di crescita attraverso la lettura; le biblioteche  non forniscono solo l’opportunità di promuovere i libri quali strumenti di conoscenza e dialogo. Ogni azione vuole  contribuire alla formazione di cittadini attenti e sensibili. È la sorella, dott.ssa Carmela Fraietta, che sta portando avanti l’intenzione di Agazio ed io sono molto orgogliosa di fare parte della squadra e di contribuire al raggiungimento degli obiettivi.

Anni di lavoro, soddisfazioni, soprattutto da parte dei bambini, difficoltà e delusioni. Cosa ti ha deluso di più?

Mi ha deluso il constatare che il senso civico e l’attivismo, svincolato da bandiere politiche, non siano condivisi. Nonostante siano passati diversi anni faccio fatica a comprendere come non si possa considerare positivo il gesto di chi tende a migliorare la qualità della vita di un luogo, fornendo un servizio che prima non c’era, in un contesto in cui i dati sulla povertà educativa sono drammatici. Ecco, il silenzio delle istituzioni del territorio è indicativo. Ma sono onorata e grata di aver ricevuto i complimenti dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

Tre parole per descrivere la Biblioteca dei piccoli.

Creatività, libertà, condivisione.

Tre desideri che ancora non hai avverato.

Una stanza più grande, un’attrezzatura tecnologica adeguata e qualche risorsa economica che mi consenta di contattare personaggi noti dell’editoria per l’infanzia.

Tre cose che ti aspetteresti da chi entra in Biblioteca.

La consapevolezza che i bambini sono cittadini portatori di diritti, e che pertanto diventasse oggetto serio di dibattito, e il desiderio di cambiare.

Genny Pasquino

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