di Rossella Scherl

Ad Antonella Iaschi, scrittrice emiliana, autrice di raccolte di poesie, romanzi, testi per il teatro, fiabe, sono bastati pochi mesi a Roccella Ionica per innamorarsi del sud e decidere di mettere su casa nella cittadina ionica.

Sei da sempre impegnata nel volontariato, che Roccella Ionica sia terra di sbarchi, paese di accoglienza ha inciso sulla tua decisione?

Da quando sono arrivata a Roccella a quando ho saputo dell’esistenza del centro di prima accoglienza è passato qualche mese e mi sono stupita di quanto silenziosa e impalpabile fosse la presenza dei migranti all’Ospedaletto. Non li avevo mai visti in centro. Credo che dare una mano a chi ne ha bisogno sia una questione di sentirsi parte in causa, è successo altre volte da quando mio padre mi ha insegnato che “nostra Patria è il mondo intero” e che non esistono razze altre o diversità ma siamo tutti differenti con un’anima e un corpo simile. Gli sbarchi non c’entrano con la mia decisione di restare. Diciamo che tentare una classe di italiano con i ragazzi accolti mi ha regalato un motivo in più per restare e degli affetti che durano ancora oggi. A Roccella sono rimasta perché dalla prima volta che sono andata in piazza ho respirato quel calore umano che non respiravo più da anni al nord. E il mare ci ha messo lo zampino. Come si fa a non innamorarsi di tanta bellezza?

Nel 2020, durante il primo lockdown Covid-19, è nato un progetto a cui tieni molto: Fiabe per un Noi.

Stare chiusa in casa mi spegne, non sono una brava “rezdora” anche se so fare la sfoglia e il pane, quindi  ho cercato il modo di uscire utilizzando Facebook. Riordinando i cassetti ho ritrovato una ventina di fiabe e 18 artisti le hanno illustrate rispondendo al mio appello, il progetto Fiabe per un Noi è nato così. Grazie al giornalista Gianluca Albanese ho trovato la cooperativa Edizioni Radici Future di Bari che le sta editando e tanti altri intrecci del destino hanno portato il progetto fino ad oggi. E visto che da “Fiaba nasce Fiaba” e da “cosa nasce cosa” mi ritrovo nel bel mezzo della programmazione del secondo Festival delle Fiabe di Locri per il 2023, voluto dall’assessore Domenica Bumbaca. Il primo, che si è svolto lo scorso aprile, ha visto esposta presso la Fondazione Zappia di Locri la mostra dei 115 disegni di Fiabe per un Noi e ha coinvolto più di 600 bambini e ragazzi di Locri e Siderno. Nel prossimo ci saranno anche due fiabe accessibili alle persone non vedenti e tradotte nel linguaggio dei segni e una partita a scacchi viventi con i Girasoli della Locride.

Come hai conosciuto i Girasoli della Locride?

I Girasoli li ho conosciuti a Caulonia durante la presentazione del Leone Ciccio Ne e non ci siamo più lasciati. Hanno scritto la loro fiaba Sport Amore e Fantasia durante un laboratorio, hanno fatto da guida ai bambini che visitavano la mostra del Festival e per il prossimo saranno i protagonisti di “Scacchi per la Pace” costruendo sotto la guida di Paolo Campolo gli scacchi di cartapesta che indosseranno durante la partita.

È appena uscito il tuo ultimo libro L’isola del mondo indaco, il sogno di Seku

Sempre perché da “Fiaba nasce Fiaba” i responsabili di E.R.F (Radici Future edizioni) mi hanno chiesto di scrivere qualcosa da distribuire nelle scuole per il Festival Legalitria e ho pensato a Seku. È nato così il “librino” L’isola del mondo indaco, il sogno di Seku che parla di un ragazzino del Mali e di un’isola incantata dove tutto è possibile, anche salvare la terra dall’inquinamento.

A breve, su “Apostrofi a Sud” prenderà il via la tua rubrica “Marezzature: Donne del fare”.

Beh, il titolo che abbiamo scelto dovrebbe già essere una traccia importante. Marezzature: a me piace un sacco questo sostantivo femminile che richiama le onde. Le onde continuano senza sosta a cambiare la forma e la bellezza del mare e le Donne del fare fanno la stessa cosa, sono artigiane di bellezza e spesso la tirano fuori proprio dai momenti bui. Ho curato una rubrica simile quando la rivista Noidonne era cartacea e ho passato un pomeriggio emozionante sul letto di un albergo a Mirandola con l’amica attrice Gemma Messori, per intervistare Franca Rame che aveva la febbre. Chissà che incontri mi regalerà questa… Decisamente sono grata a chi mi ha coinvolto.

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