Perché affrancarsi da un mondo fatto di miseria e piccole ma tenaci certezze non è per nulla facile, neppure se ti chiami Stella Fortuna, di bellezza sfacciata e prorompente, di carattere fiero, neppure se la vita ti riprende a strappi e morsi da una fine che più volte pare segnata…
La storia di Stella Fortuna, più volte scampata a morte quasi certa, e di sua sorella Tina, nate negli anni Venti del secolo scorso e partite nel periodo di fame e miseria tra le due guerre mondiali da Ievoli, in provincia di Catanzaro, verso l’America del sogno. Una saga familiare dove povertà significa abbrutimento, la fede sconfina nella superstizione e i sentimenti sono sempre estremi. Perché affrancarsi da un mondo fatto di miseria e piccole ma tenaci certezze non è per nulla facile, neppure se ti chiami Stella Fortuna, di bellezza sfacciata e prorompente, di carattere fiero, neppure se la vita ti riprende a strappi e morsi da una fine che più volte pare segnata, e ad accoglierti è l’evoluto Connecticut. Juliet Grames, nata ad Hartford in una famiglia italo-americana, ascolta i racconti degli anziani e si lascia conquistare da quell’universo lontano, sconosciuto, estraneo, eppure dal forte richiamo interiore, noto solo a chi ha vissuto tra due mondi. Nasce così, dall’ispirazione narrativa di Juliet Grames, tra notizie apprese nei lunghi pranzi di famiglia e un viaggio a ritroso nel tempo e nei luoghi, dagli USA a Ievoli, Stella Fortuna che morì sette o forse otto volte (edito da HarperCollins Italia, titolo originale The seven or eight deaths of Stella Fortuna). «La storia è ispirata a mia nonna e sua sorella, zia preziosa con cui ho imparato a conoscere le loro storie e culture – dice Juliet Grames – I suoi racconti mi hanno rapita. Le vicende drammatiche di Stella Fortuna mi hanno profondamente colpita. Non potevo non scriverne. Per questo sono venuta pure in Italia, nel paesino dei miei avi, ormai ridotto a poche case e pochi abitanti, ma grazie al quale ho potuto ricostruire atmosfere e sensazioni». Oltre un secolo di storia attraverso le due longeve sorelle, le cui vite «erano cucite insieme, ordito e trama di un unico tessuto» scrive l’autrice. Juliet Grames osserva e racconta portando con sé il lettore dentro le stanze gelide degli inverni dei poveri, tra le erbe selvatiche del sud, accanto all’amore e alla violenza generati tra le pareti domestiche. Una storia di maschi prepotenti e violenti, di sistemi sociali duri a morire, di donne che resistono. Stella Fortuna e i fantasmi di tutta una vita. L’olio bollente, l’aggressione dei maiali, la nave affondata, il dottore incompetente e altre vicende al limite del “soprannaturale” cui Stella è “sopravvissuta”. Qualcosa o qualcuno che la perseguita, anche oltreoceano. Forse la piccola Mariastella Fortuna, morta a cinque anni, la primogenita. O forse semplicemente il caso e una buona dose di fortuna – appunto – che l’aiutano sempre a scamparla. E, anche quando ormai la mente scivola per la malattia e la vecchia nell’irrazionalità, quando gli interrogativi irrisolti si trasformano in rancori e l’amicizia diviene, contro ogni previsione e spiegazione, inimicizia, Stella rimane la donna forte e cocciuta di Ievoli, di una terra mai dimenticata. «Le doleva il petto da quanto desiderava tornare laggiù; anzi, a volte le batteva talmente forte il cuore e le faceva talmente male da doversi stendere per riprendere fiato…» scrive ancora Juliet Grames. La nostalgia potente e lacerante. “Le sette o otto morti di Stella Fortuna raggiunge ciò che nessuna lezione di storia radicale sugli immigrati americani potrebbe: dà vita a una donna che il tempo e la storia avrebbero ignorato”, decreta The Washington Post. Così Stella, «dotata di una caparbia immortalità», entra nella letteratura, e con lei generazioni di figli e nipoti che hanno le radici in un angolo remoto del sud e la vita in America. Come Juliet Grames, editore associato della Soho Press e responsabile del marchio Soho Crime, che ha dato vita a una storia universale, già venduta in quindici paesi, finalista al Connecticut Book Awards 2020. Un romanzo che intreccia reale e immaginato, muovendo dalle vicende di una famiglia immigrata per raccontare la storia delle tantissime famiglie italiane, soprattutto del sud, che negli USA hanno ricostruito le loro esistenze. «Sono grata e felice che il libro sia stato pubblicato anche in italiano. È un sogno che non credevo potesse diventare realtà» conclude Juliet Grames.