Durante l’ultima puntata di “Petrolio”, programma di inchiesta condotto da Duilio Giammaria, in onda il sabato sera su Rai 2, Oscar Farinetti, fondatore della catena “Eataly” e promotore del marchio “Slow Food”, ha effettuato un intervento breve e interessante su come l’Italia dovrebbe ripartire in seguito all’emergenza Coronavirus.
Esperto di imprenditoria e celebre per la sua capacità di leggere correttamente gli scenari di sviluppo socioeconomico del nostro Paese, Farinetti ha dichiarato che l’Italia ha tutte le carte in regola per trasformare la pandemia in un’occasione di insperato sviluppo e può farlo agendo su quattro realtà che già sono punti di forza della nostra economia.
Secondo l’imprenditore di Alba l’Italia deve anzitutto agire sull’emergenza ambientale, un settore nel quale non solo è già molto forte, ma può diventare indiscusso leader mondiale.
«Siamo già quasi al 50% di sfruttamento delle energie rinnovabili – ha dichiarato – e solo la burocrazia ci separa dal fare un grande investimento che ci permetta di raggiungere la quota del 100% in cinque anni, perché per il resto abbiamo tutto: sole, acqua e vento. Compiere questa operazione vuol dire creare centinaia di migliaia di posti di lavoro nei cantieri e migliaia nella ricerca, in un settore, peraltro, in cui siamo già leader europei.»
Il secondo punto è il riciclo dei rifiuti, ambito nel quale possiamo realizzare un sistema innovativo e maggiormente sostenibile di raccolta. Dovremmo poi concentrarci sul raddoppio delle esportazioni delle nostre eccellenze, perché c’è già un’altissima domanda dei 430 miliardi di prodotti che vengono annualmente esportati dal nostro Paese all’estero, 150 miliardi dei quali certificati, e basta poco per implementare questo sistema di sicuro successo.
Dobbiamo infine raddoppiare il numero di turisti stranieri in Italia – ha concluso Farinetti, – perché possiamo passare facilmente da 50 a 100 milioni l’anno facendo una corretta pubblicità dei luoghi in cui oggi questi turisti vanno poco, come quelli del sud Italia. Trovo assurdo, infatti, che tutta la Sicilia, con i suoi 1.150 km di costa, facce appena ¹/₄ dei turisti della riviera romagnola, che di chilometri di costa ne ha 21 e il cui mare non ha nulla a che vedere con quello siciliano. Si prenda esempio, allora, dall’Emilia Romagna e si lavori in questa direzione, anche perché abbiamo a disposizione uno strumento preziosissimo per conseguire rapidamente non solo questo, ma tutti e quattro gli obiettivi: il digitale, che potrebbe farci accorciare i tempi di ripresa in maniera esponenziale.»
Benché l’imprenditore di Alba abbia parlato di sud solo nel suo ultimo punto, a nostro parere la politica meridionale dovrebbe pensare di implementare nel nostro territorio tutti e quattro i punti da lui elencati, perché non possiamo non notare come le energie rinnovabili possano giocare un ruolo importantissimo soprattutto in regioni come la nostra, che madre natura ha graziato con risorse e bellezze molto più ricche rispetto a quel del più progredito nord Italia; non possiamo ignorare che il ciclo dei rifiuti ha maggiori margini di sviluppo e miglioramento proprio alle nostre latitudini, dove in molti casi resta anche molto terreno da recuperare; non possiamo fare a meno di sottolineare che almeno 70% di quei 150 miliardi di prodotti di eccellenza citati da Farinetti vengono proprio dal meridione, dove le eccellenze enogastronomiche e le coltivazioni biologiche sono diventate una delle principali fonti di approvvigionamento della nostra economia.
Del turismo ci pare superfluo parlare. Nonostante le mille bellezze citate poc’anzi, ogni anno i nostri operatori finiscono (per responsabilità dirette e indirette) con il cercare di limitare i danni, quando la bella stagione, anche quella del 2020, potrebbe veramente farci campare di rendita e arricchire un’area che ha migliaia di secoli di storia da raccontare.

Articolo originariamente apparso su larivieraonline.com