La riapertura per impegno e per amore, perché quello del libraio è un mestiere speciale

La metratura permette la presenza all’interno di più persone contemporaneamente, purché muniti di mascherina. All’ingresso c’è il dispositivo per il liquido sanitizzante che va utilizzato all’entrata e all’uscita. Così dal 14 aprile anche il Mondadori Bookstore di Siderno (all’interno del Centro commerciale “La Gru”), in provincia di Reggio Calabria, ha riaperto. Da oltre dieci anni punto di riferimento per un vasto bacino di lettori e per incontri con i migliori scrittori, il Mondadori Bookstore di Roberta e Antonio Strangio torna ai ritmi usuali o quasi. Ne parliamo con Antonio.

Che sensazione vi ha fatto chiudere la libreria quando è stato annunciato il lockdown? Chiudere è stata una secchiata d’acqua gelata in pieno inverno. Abbiamo lasciato a metà il nostro lavoro come se fosse suonata, da qualche parte, una sirena da bombardamento aereo. Più che la chiusura, però, è stato agghiacciante visitare il nostro piccolo eremo di storie in piena pandemia per risolvere le varie beghe amministrative: sembrava una città fantasma.

Come avete mantenuto il contatto con i lettori durante la quarantena? Durante il periodo di chiusura, abbiamo fatto il possibile per mantenere un legame con i lettori, raggiungendoli tramite i nostri social lanciando l’hashtag #libridaquarantena. Un nostro consiglio per ogni giorno di lontananza. Perché c’è chi pensa che il nostro lavoro sia solo quello di vendere il più possibile, ma la realtà è che mentre i bilanci annuali sono solo numeri, la fiducia di chi i libri li divora è la merce più preziosa e ha un valore incalcolabile.

Appena è stato possibile, il 14 aprile, prima data dell’allentamento del lockdown, avete riaperto, anche in controtendenza rispetto ad altri librai in tutta Italia che hanno preferito attendere prima di ripartire. Cosa vi ha spinto a decidere in tal senso? Abbiamo deciso di riaprire per tanti motivi, quello principale è stato il nostro egoismo. Negli anni questo archivio di emozioni volgarmente chiamato libreria è diventato il nostro rifugio, il nostro carapace, la nostra riserva protetta, e non siamo mai stati molto bravi a starne lontani. Tuttavia, abbiamo ritenuto anche fosse un messaggio ben preciso: ripartire dalla cultura non è uno slogan politico o politicizzato, bensì deve essere una missione innanzitutto privata e personale. Noi queste parole le viviamo sulla nostra pelle e proprio per questo sarebbe stato da irresponsabili tenere giù la serranda.

Il primissimo cliente della riapertura? Una madre disperata che, ritrovatasi chiusa in casa con due figli piccoli, dopo un mese di tablet e tv era rimasta senza opzioni per tenerli impegnati. Nei giorni seguenti, il nostro zoccolo duro di lettori accaniti ha sfidato “l’apocalisse” (nel pieno rispetto di ogni norma e regola) per poterci venire a trovare. È stato rincuorante.

Quali i libri più venduti dalla riapertura a oggi da voi? Partendo dai “sempreverdi” romanzi e libri gioco/attività per bambini e ragazzi, andando a ritroso nelle vendite non si riscontra una preferenza su questo o quel titolo in particolare. Dovendo proprio cercare di vederne una, la narrativa italiana ha avuto un piccolo vantaggio.

Il settore, insieme al comparto editoria, secondo i recenti dati Istat, è in forte sofferenza. La crisi contrae i consumi e quindi la vendita di libri. Come si può provare a invertire il trend negativo? Questa è una domanda difficile. Non siamo esperti di economia, e lo dimostra il fatto che tredici anni fa, quando dicevamo di voler aprire una libreria a Siderno, chi ci ascoltava ci prendeva per pazzi. Per anni ci è stato detto che gli italiani leggono poco, i calabresi ancor di meno, eppure siamo ancora qui e ci piace pensare sia perché questi dati forse, a volte, sono enfatizzati nel loro lato negativo.

Tra le nuovissime uscite chi vende di più? Tra le uscite più recenti, nel mare di webstar e influencer, si sta sicuramente distinguendo Fernan Ozpetek con Come un respiro, edito da Mondadori.

Quali titoli, tra quelli magari meno pubblicizzati, potete consigliare? Dal cilindro della nostra lista personalissima di consigli vorremmo tirare fuori un paio di candidi conigli: I cariolanti di Sacha Naspini (E/O) e Cose che si portano in viaggio di Aroa Moreno Duràn (Guanda), due romanzi duri, commoventi e a tratti dolorosi, come piacciono a noi.

Nelle foto, ingresso e interno del Mondadori Bookstore, Antonio Strangio al desk. Roberta Strangio nello scatto di Mario Varano.