Elisabetta ha 18 anni, frequenta il Liceo Linguistico di Locri e ha scritto un libro. Si intitola “Le Cronache di Campo Collina e potrebbe diventare il suo romanzo d’esordio se l’aiuteremo a raggiungere le 200 copie in preordine che convinceranno la casa editrice Bookabook a distribuirlo nelle librerie.
A partire dalla scorsa settimana è disponibile in preordine “Le cronache di campo Collina”, romanzo d’esordio di Elisabetta Spanò, diciottenne della Locride che dimostra una volta più quale sia il valore e il carattere dei giovani del nostro comprensorio. Il libro si può ordinare cliccando qui ed è anzi importante acquistarne una copia perché Bookabook, che ha accettato il manoscritto di Elisabetta, è una casa editrice in Crowdfunding, che distribuisce nelle librerie solo i titoli che hanno destato l’interesse dei lettori e dei quali sono state ordinate almeno 200 copie. Aiutare Elisabetta a coronare il suo sogno di avviare la sua carriera di scrittrice è, a nostro parere, un imperativo morale per tutta una serie di ragioni: innanzitutto perché aiuterebbe a migliorare la percezione che si ha del nostro territorio, alimentando l’idea di una Locride culla della cultura e di una gioventù di valore; in secondo luogo perché darebbe risalto a una ragazza che ha dimostrato in più occasioni di essere l’esatto opposto di ciò che, spesso ingiustamente, riteniamo che siano gli adolescenti; dunque per il sicuro valore del romanzo, che ci sentiamo di raccomandarvi anche se, per ovvie ragioni, non lo abbiamo ancora letto. Tale nostra certezza ci deriva dalla conoscenza che abbiamo di Elisabetta, studentessa del Liceo Linguistico Mazzini di Locri che, nelle occasioni in cui abbiamo avuto il piacere d’incontrarla ha sempre dimostrato un’intelligenza e un’educazione straordinarie. E se tutto questo non fosse sufficiente a convincervi ad acquistare una copia del suo romanzo entro il 26 agosto, l’abbiamo intervistata per farla conoscere un po’ meglio anche a voi e darvi un’idea di ciò di cui stiamo parlando.
Come nasce l’idea de “Le Cronache di Campo Collina”?
Questa storia è nata per caso, una mattina, mentre ero in spiaggia con alcuni ragazzi del blog “L’Obbiettivo” (sì, con due “b”). Stavamo aspettando un panino che sembrava non arrivare mai, in un lido di persone gentili. Me lo ricordo come se fosse ora: io e i miei amici frastornati dal sole, in un tavolo scomposto, concentratissimi. Avevamo diviso gli articoli del sito in rubriche e tutti sapevano di cosa occuparsi. Tutti tranne me. Alla fine è arrivato lui, Armando Pio Diotallevi (Peppe Galluzzo ha ha scelto “Armando”, io “Pio” e Luca “Diotallevi”) ed è diventato il protagonista di una storia a puntate e un abitante di Campo Collina, una città tale e quale alle nostre, piena di debolezze e contraddizioni ma, a volte, anche di virtù. Ho pubblicato un episodio ogni domenica e, a quasi un anno dalla chiusura della rubrica, ho deciso di rivisitare la storia, sistemarla, e provare a farne un libro.

Quanto tempo ti ha richiesto la stesura del libro e quanto ti ritieni soddisfatta del prodotto finito?
Ci sono voluti circa sette mesi per scrivere tutto. Scrivevo di settimana in settimana, scelta pessima, forse, però era l’unica possibile per la natura della storia e per la mia disorganizzazione. Ho assemblato gli episodi in una notte, ma dubito che si finisca mai di rivedere, correggere e sistemare. Penso si possa sempre migliorare, soprattutto alla mia età (non ho che diciotto anni), quindi più che della qualità del libro sono soddisfatta dell’amore e della passione che ci ho messo per scriverlo. Credo che affezionarsi a una storia sia un buon punto di partenza per raccontarla bene; io per Armando Pio provo un affetto puro e reale, so di sembrare pazza, ma quasi ce l’avevo accanto mentre scrivevo le sue avventure. Forse non ho fatto altro che trascrivere ciò che lui dettava. Spero di essere riuscita a fare un bel lavoro.
Che cosa dobbiamo aspettarci dal libro e quanto di te e della tua esperienza personale vi è racchiuso all’interno?
Il libro parla di noi, come società e comunità, e parla anche di me. Parla di noi perché in vari capitoli ho preso spunto da alcune vicende di cronaca che mi avevano colpita, parla di me perché, attraverso i personaggi, ho provato a esprimere la mia opinione. Credo sia un libro leggero su una città pesante, scenario di eventi piacevoli o spiacevoli, che a volte ho vissuto in prima persona. Per fare un esempio divertente: nella mia libreria del cuore, mentre veniva presentata una storia d’amore, è entrato un uomo travestito da Babbo Natale che ha fatto segno di tagliarsi le vene per la noia e poi è corso via. Ecco, ne “Le Cronache di Campo Collina” è Armando Pio Diotallevi che cerca di racimolare qualche soldo per mettere i regali sotto l’albero, fallendo miseramente (scoprirete poi perché). La mia libreria del cuore è la Mondadori di Siderno e desidero precisarlo perché per me è sempre stata una seconda casa (Roberta e Antonio si occupano delle mie letture da quando avevo sei anni) e perché, se mi sono lanciata in questa sfida, è stato soprattutto grazie al tempo passato tra gli scaffali a scegliere romanzi o nella sala delle presentazioni a intervistare alcuni scrittori per “L’Obbiettivo”. Tra le pagine di questo libro c’è tanto del loro affetto. Chiudo questa doverosa parentesi; in generale ho rubacchiato momenti e immagini che mi hanno incuriosita. È stato tanto, tanto divertente.

Ci hai detto che il tuo libro deve molto al nostro territorio, ma cosa speri che, in un futuro prossimo o remoto, il libro possa dare al territorio?
Questa è una domanda difficile. Il nostro territorio è in continuo fermento, a volte culturale e positivo, con tanti artisti e scrittori che fanno di tutto per valorizzarlo al meglio; altre è un fermento non proprio buono, determinato dalla corruzione, i sotterfugi e gli intrallazzi che, purtroppo, conosciamo. C’è questo oscillare continuo tra fiori e tenebre che mi tiene sempre un po’ in tensione, e si vede dalle pagine della storia che ho scritto. Siamo pieni di cose belle, ma abbiamo anche brutti fardelli, è inutile negarlo. In tutto questo movimento, non posso dire di riuscire ad aggiungere peso a un piatto o all’altro della bilancia, anche se conosco e stimo tantissime persone interessanti e interessate, tante volte, purtroppo, sofferenti e sconfitte, che lottano o hanno lottato a tutti i costi contro il buio. Io osservo ciò che succede e spero solo di riuscire a dare un punto di vista in più.
Come mai la scelta di sottoporre il libro a una casa editrice in Crowdfunding e non a una tradizionale?
Mi ha colpito l’idea del lettore che sceglie quale libro pubblicare. A me piace tanto leggere e penso sia meraviglioso avere la possibilità di diventare parte attiva del progetto editoriale. Tra l’altro avevo già letto e recensito un libro pubblicato da Bookabook, “Tre volte” di Alessia Principe, che mi è rimasto nel cuore. Ho pensato potesse essere di buon auspicio tentare l’esordio con la stessa casa editrice. Ci tengo a ringraziare Alessia perché le ho scritto terrorizzata quando ho scoperto che il mio libro era stato valutato positivamente, e con poche parole è riuscita a tranquillizzarmi.

È scontato che il tuo obiettivo a breve termine sia la pubblicazione del romanzo, ma quali traguardi speri di raggiungere a lungo termine?
Il mio sogno nel cassetto è quello di far della scrittura un lavoro. So di sperare in un percorso difficile e impegnativo, ma è una passione che non voglio assolutamente lasciare morire. Spero di continuare anche con la giocoleria e il teatro, i miei altri due grandi interessi, e in generale di vivere facendo ciò che amo. Non è così facile, ma perché non provarci?
Hai già in cantiere qualche altra storia, dopo “Le Cronache di Campo Collina” o, comunque, in quale genere ti piacerebbe cimentarti in futuro?
Ancora ho solo qualche idea vaga, niente di preciso. C’è un nuovo personaggio che inizia a bussare alla mia fronte, ma può darsi che decida di andarsene, quindi non mi sento di anticipare nulla. D’altra parte, meglio aspettare e vedere come andrà questa prima avventura.
Prima l’impegno con “L’Obbiettivo”, poi il romanzo. Come sei riuscita a coordinare queste passioni con gli impegni scolastici e, soprattutto, che direzione prenderà il tuo percorso di studi?
A scuola, per fortuna, non ho mai avuto problemi. L’esperienza con “L’Obbiettivo” mi ha dato modo di scoprire e approfondire tematiche che mi sono state utili anche durante le lezioni, ho sempre partecipato a eventi interessanti e ho conosciuto persone che mi hanno insegnato molto. Il tempo che ho speso scrivendo per il blog l’avrei speso scrivendo per mio conto; posso dire di aver semplicemente dato un valore diverso a un passatempo indispensabile. Ora gli esami mi stanno tenendo più impegnata del solito ma, inaspettatamente, sto riuscendo a conciliare tutto. Dopo il diploma, se andrà bene la maturità, studierò Scienze dei Beni Culturali a Pisa con indirizzo storico-artistico. La storia dell’arte mi interessa parecchio, probabilmente per merito di mio padre, che è un appassionato di archeologia. Ho capito che avrebbe avuto una parte importante nella mia vita al liceo quando ho cominciato a studiarla come materia vera e propria, mentre Pisa mi ha conquistata con un tramonto sul Lungarno.
