Ogni settore in questi mesi si è dovuto fermare e fare i conti con questa situazione eccezionale. Tutto deve essere rivisto, modificato, in alcuni casi semplicemente rinnovato, in altri completamente stravolto. Tra questi anche il mondo del fitness, con le sue tante espressioni, deve fare i conti con quello che verrà, non solo facendo fronte all’attuale fase 2, ma a un futuro di incertezze soprattutto per le piccole realtà che non possono contare su ampi spazi.

Con Maresa Lia e Oscar Politi, in questo mondo da diversi anni, raccontiamo il lavoro, le incertezze, le speranze. 

Come è stato il vostro lavoro fino a febbraio? Per le nostre discipline abbiamo optato per un’associazione culturale “Body&Mind”, con sede a Roccella Jonica (RC), grazie alla quale abbracciare i tanti campi del benessere. Siamo stati spinti a scegliere l’associazione perché il CONI non riconosce come discipline sportive lo yoga, il pilates ed anche cross training, inserendoli da poco nella categoria “ginnastica per la salute e il benessere”. La nostra sala può contenere comodamente quindici persone più l’istruttore, tutti con tappetino regolamentare. Questa è stata la nostra normalità, con corsi di mattina e pomeriggio, fino a febbraio quando si è reso necessario il primo distanziamento, garantendo ad ognuno un metro e mezzo di distanza. Le persone che partecipavano alle lezioni chiaramente sono diminuite drasticamente, nonostante i maggiori turni. Se la situazione andava ancora bene per pliates e yoga, già con queste prime restrizioni quelle di cross training sono state annullate perché essendo un allenamento dinamico non avremmo in alcun modo potuto garantite il distanziamento. Abbiamo mantenuto quelle di personal training.

Quali i primi pensieri a marzo, appena il governo ha deciso il lockdown? È stata una doccia fredda. La nostra attività parte da zero e in questi anni siamo cresciuti e questo era l’anno dove finalmente eravamo in condizioni ideali e nel clou della stagione. Si stavano raccogliendo i frutti del lavoro fatto, tanto che avevamo avviato tutto per aprire una vera ASD, associazione sportiva dilettantistica, un passaggio fondamentale per poter accogliere maggiori clienti e soddisfare altre richieste, l’idea era di aprire dopo pasqua, ma tutto si è congelato. Solo ora i lavori stanno ripartendo e tutta la nostra attività sta ricominciando sostanzialmente da capo. Le prime settimane ci siamo chiesti “e ora che si fa?”. Abbiamo avuto comunque i nostri allievi che hanno chiesto fin da subito la nostra presenza, soprattutto le persone più grandi hanno cercato di riprendere in qualche modo le abitudini quotidiane. Dal punto di vista psicologico per noi e per loro non è stato semplice!

Come vi siete organizzati in questi mesi di chiusura totale? Abbiamo registrato video brevi dove davamo dei suggerimenti per poter ricominciare a fare un po’ di esercizio fisico a casa e poi piano piano ci siamo organizzati. Seguendo meeting online di gruppi delle federazioni con le quali ci siamo formati sono arrivati degli spunti per riprendere in qualche modo. Il nuovo modo di insegnare, i programmi da utilizzare, reinventando d fatto il lavoro con le ultime tendenze, i fattori tecnici da tenere in considerazione come gli spazi e i supporti digitali migliori. Abbiamo iniziato con tanti dubbi e sicuramente abbandonando completamente la nostra zona di comfort.  Di fatto è stato come iniziare un nuovo lavoro.

Le persone vi hanno seguito? Hanno partecipato un terzo rispetto a quelli delle lezioni in sala, molti non sono abituati a confrontarsi con questo nuovo modo di allenarsi. Tutta la fascia dai 50 e 60 anni in su non ha aderito, tranne qualche caso. Noi attualmente lavoriamo con persone che questi metodi li hanno già usati e li considerano uno strumento quotidiano. Abbiamo cercato di renderlo più semplice possibile, ma non è bastato. Il contatto c’è, ma finché non ci sarà la possibilità di fare lezione di persona, questa fascia di età non aderirà a questo tipo di iniziative. Le persone vengono in palestra per allenarsi, ma anche per stare in un ambiente dinamico dal punto di vista sociale.

Cosa vi aspettate per il futuro? Tra non molto contiamo di ricominciare con i corsi di persona con attività all’aria aperta. Le modalità per riaprire sono al momento non facili da seguire e a questo si aggiunge che quando da noi arriva la bella stagione le persone che continuano a frequentare la palestra sono veramente poche. Giugno, luglio, agosto e metà settembre sono per noi mesi di bassa stagione e quindi anche potendo noi non apriremo la sala. A fronte di queste considerazioni abbiamo chiesto al lido con il quale abbiamo collaborato la scorsa estate di riproporre le attività e all’amministrazione comunale uno spazio dove poterne organizzare altre. Nel frattempo riavvieremo il cantiere per realizzare l’altra sala, ma tutto slitterà a settembre. Questo è il massimo per il nostro prossimo futuro!! Non riusciamo molto a capire come potrà essere effettivamente, è tutto un’incognita, nel frattempo non ci resta che reinventarci. Ci stiamo muovendo anche in direzione del trekking. Stiamo organizzando un gruppo per fare escursioni, inserendo in queste uscite anche lo yoga. In più con il supporto di un professionista del settore fotografico daremo durante le escursioni gli spunti per fare delle belle foto con il cellulare. Stiamo individuando i percorsi, di una o più giornate. Inizieremo con percorsi brevi in linea con quello che si può fare. È tutto in divenire!