Una pandemia che per essere contenuta ha necessitato, dai primi di marzo, dell’azzeramento della socialità. L’economia globale ne ha subito una battuta d’arresto con settori che stanno pagando il prezzo più alto. Tra questi, neanche a dirlo, la ristorazione, che solo in questi giorni sta riaprendo i battenti, con le sue tante anime che non possono essere lasciate sole. Per riprendersi da tutto questo serve essere uniti per raggiungere un risultato comune, quello di ricominciare a lavorare, meglio di prima.
Da tutto questo nascono i “Chiocciola Bond”, su un’iniziativa ideata da Slow Food Calabria, pensata per dare un sostegno reale e immediato agli osti e alle osterie della nostra regione, assicurando loro della liquidità immediata.
«L’iniziativa dei Chiocciolabond – spiega Nicola Fiorita, coordinatore Guida Osterie d’Italia, sezione Calabria – nasce dal desiderio di sostenere le osterie calabresi e con loro una rete di produttori, una sapienza secolare, un pezzo della nostra cultura, una visione di benessere e convivialità. Ma il nostro supporto non vuole essere solo o soprattutto economico, per questo vogliamo provare a ragionare insieme di quello che verrà, di come le osterie saranno trasformate dalla pandemia o di come sapranno cogliere questa occasione per inventare un nuovo modo di stare nel tempo».
Nello specifico chi vorrà potrà acquistare uno o più voucher, con due opzioni di prezzo, 35 o 50 euro, da spendere in futuro e senza alcuna scadenza. Le osterie tra le quali scegliere sono le otto che hanno ottenuto la Chiocciola:
- Il Ritrovo dei Picari – Grotteria (RC)
- La Collinetta – Martone (RC)
- Il Tipico Calabrese – Cardeto (RC)
- Calabria al Cubo – Nocera Terinese (CZ)
- Il Vecchio Castagno – Serrastretta (CZ)
- Pecora Nera – Albi (CZ)
- La Taverna dei Briganti – Cotronei (KR)
- La Tana del Ghiro – San Sosti (CS)
È stato pensato e avviato anche il chiocciolablog per discutere, confrontarsi su quello che avverrà, su come avverrà, sui cambiamenti inevitabili e le sfide che attenderanno i ristoratori, ma anche i tanti produttori che contribuiscono a rendere le osterie i “presidi della tradizione culinaria italiana”.
«L’osteria come la intendiamo noi – continua Fiorita, come si legge nel blog – non rappresenta la fascia media e noiosa del mangiar fuori, ma piuttosto quella virtus che non sta in alto né in basso ma oltre, e che è composta da sapienza gastronomica, tradizione che si rinnova, cultura del territorio, ospitalità generosa e genuina. E allora, le cose che presumibilmente accadranno nei mesi successivi alla riapertura possono essere tutte a vantaggio delle vecchie, sane e belle osterie.
- I posti più penalizzati saranno i locali con una visione intensiva dei coperti e dei turni. La gestione degli spazi costringerà a mangiare con meno rumore, con meno fretta, con meno indifferenza.
- La crisi economica spingerà ad un ripensamento delle proprie scelte per i consumatori, ma anche per i gestori dei locali. Meno coperti, meno soldi determineranno presumibilmente una tendenza verso la contrazione dei menu, delle carte del vino, del personale.
- La ripartenza, almeno all’inizio, si indirizzerà prevalentemente verso locali di cui ci si fida, cioè verso osti affidabili e conosciuti.
Sono tre elementi che inducono a ritenere che saranno avvantaggiati quei locali che sono abituati a selezionare le materie prime, a puntare sulla fiducia, ad offrire menu e carte del vino ragionate, a presentare un’offerta fondata non sullo spreco (di personale, di piatti, di spazi) ma nemmeno sull’avarizia (di qualità, di gentilezza, di spazi)».
Per Info e Prenotazioni: https://www.chiocciolabondcalabria.it/