Apostrofi di fantascienza 1 – Il padre della fantascienza nacque in Inghilterra nel 1866 e, attingendo sapientemente al romanzo d’avventura e fantastico dei suoi contemporanei, ha ideato da zero un genere destinato a divenire iconico per la letteratura mondiale. Questo processo creativo passa attraverso cinque romanzi straordinari, recentemente racchiusi in un volume da collezione edito da Mondadori.
Herbert George Wells viene a buon diritto considerato il padre fondatore della fantascienza e questo non solo per gli elementi fantastici che rendono unici i suoi romanzi, ma anche per lo stile narrativo diretto e parascientifico che sarà a lungo il marchio di fabbrica di un nuovo modo di fare letteratura.

Le storie dello scrittore inglese devono molto al romanzo d’avventura del XIX secolo e non è raro, intraprendendone la lettura, di imbattersi spesso in tòpoi letterari che risulteranno familiari ai cultori di Jules Verne. A differenza del collega francese, tuttavia, lo scrittore di Bromley attribuisce sempre ai suoi protagonisti un avventato desiderio di conoscenza che li spinge ai limiti delle possibilità umane, caratteristica che rende le avventure da lui narrate sempre ai confini della realtà.
Non è un caso che, nel suo romanzo breve “La macchina del tempo” (1895), Wells narri la storia di uno scienziato il cui esperimento, sfuggitogli di mano, lo proietta nientemeno che nell’anno 802.701, un’epoca così agli estremi della storia del mondo da mostrare allo sconvolto narratore una realtà troppo irriconoscibile per poter essere compresa. Questa singolare forma hybris lo accomunerà al personaggio che dà il titolo a “L’isola del Dottor Moreau”, al Griffin de “L’uomo invisibile” (entrambi del 1896) e al Cavor de “I primi uomini sulla Luna” (1901), romanzi in cui il bisogno di sapere è direttamente proporzionale a un livello di follia tale da rendere gli scienziati autori di scoperte grottesche e autodistruttive.

Tale schema salta invece con “La guerra dei mondi” (1896) in cui Wells raggiunge l’apice della sua narrativa con un romanzo che racchiude in sé per la prima volta tutte le caratteristiche della fantascienza comunemente detta. L’invasione dell’Inghilterra vittoriana da parte di una civiltà marziana si unisce a una narrazione evocativa e affascinante, che fa della paura dell’ignoto e del terrorizzato punto di vista del suo spaesato protagonista il suo punto di forza. In questi tempi resi difficili dall’emergenza Covid-19, anzi, le descrizioni lucidissime del terrore e del panico determinati dall’invasione rendono di sorprendente attualità un libro che ha ormai superato abbondantemente il secolo di vita.
Leggendo i romanzi in ordine di uscita è facile notare l’evoluzione dello stile narrativo dell’autore, che dal genere avventuroso de “La macchina del tempo” e de “L’isola del Dottor Moreau”, vira verso il dramma fantascientifico de “L’uomo invisibile” e “La guerra dei mondi”, per poi giungere a una commistione di generi ne “I primi uomini sulla Luna”, per cui Verne tacciò di plagio un Wells che, a ben guardare, realizza però un “Alice nel paese delle meraviglie” in salsa empirica.

Per apprezzare appieno tale evoluzione narrativa non si può prescindere da “La Fanta-scienza di H.G. Wells”, edito nel 2018 da Mondadori per la collana “Draghi”, che raccoglie i cinque romanzi nell’edizione più bella e completa dell’epoca contemporanea, curata da Daniele Croci. La grafica evocativa, il taglio delle pagine colorato di un verde brillante e le illustrazioni delle prime stampe che si trovano all’interno del volume sono solo i belletti di un’edizione curata fin nel più piccolo dettaglio, dal non casuale “Fanta-scienza” che campeggia appositamente con il trattino in copertina, evocativo della prima definizione del genere che ne evidenziava la vicinanza al romanzo puramente scientifico, alla cronologia dettagliatissima che ci aiuterà a conoscere meglio il Wells storico dopo aver fatto una scorpacciata del Wells narratore, passando per l’introduzione breve ed efficace di Nicoletta Vallorani.
Il modo ideale per scoprire (o riscoprire) tutto il fascino di uno scrittore nelle 550 pagine che hanno a buon diritto ispirato almeno una dozzina di prodotti cinematografici e per la TV, come la miniserie televisiva della BBC “La guerra dei mondi” e “L’uomo invisibile” di Leigh Whannell, entrambi del 2019, solo per citare i più recenti.
