SIDERNO (RC) – Il teatro come magica formula di comunicazione. Come crescita, armonia e socializzazione. Nasce così “M’esprimo”, progetto di teatro sociale con l’obiettivo di sviluppare la capacità di comunicare in maniera personale emozioni e bisogni. Destinato a bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni con BES (Bisogni educativi speciali), il corso di educazione all’intelligenza emotiva fa parte della programmazione della SCC- Scuola cinematografica della Calabria, con sede a Siderno (RC) ed è curato da Paola Fragomeni, dottoressa in psicologia clinica e della riabilitazione, e Gessica Ferreri, dottoressa in scienze del servizio sociale. Ne parliamo con loro.
«I bisogni educativi speciali racchiudono una categoria molto ampia di soggetti – spiega Gessica Ferreri – bambini e ragazzi con disabilità riconosciuta, affetti da disturbi evolutivi specifici (DES) e disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) o con alle spalle situazioni familiari, economiche e sociali complesse; nuovi arrivati in Italia, che non parlano fluentemente l’italiano. Tutti questi hanno bisogno di strumenti didattici specifici e personalizzati. Una delle metodologie “alternative” è appunto il teatro. Durante il percorso di teatro-terapia, si ricorre a tecniche pre-espressive di lavoro sul corpo, sulla voce, sul gioco, a tecniche espressive vere e proprie, che mettono in campo spontaneità, improvvisazione, armonia, e a tecniche post-espressive che si realizzano nella messa in scena, con relativa analisi dei vissuti (terapia verbale)».
Sul significato dell’educazione all’intelligenza emotiva si sofferma Paola Fragomeni: «In ambito psicologico e scientifico la concezione di intelligenza si è evoluta nel corso del tempo e da concezione statica, cognitiva e generale è divenuta qualitativa, specifica e modulare. Non si riduce a un’abilità generale dunque, piuttosto come una competenza cognitiva complessa connessa fortemente con componenti sociali, emotive, pratiche che consente di eseguire operazioni mentali sofisticate. Educare all’intelligenza significa essere capaci di affrontare e risolvere con successo situazioni e problemi nuovi o sconosciuti e il QI non è l’unico fattore che determina il successo di una persona nella vita, occorrono: autocontrollo, capacità di automotivarsi e perseveranza e in tutto ciò le emozioni hanno un ruolo fondamentale! Educare all’I.E. significa nello specifico: imparare a conoscere le proprie emozioni (pensieri, credenze, convinzioni), imparare a controllare le emozioni (a questo proposito la rabbia agita è distruttiva e potrebbe avere serie conseguenze), automotivarsi, riconoscimento emozioni altrui, gestione delle relazioni (caratteristica di un leader) e si basa sui punti precedenti»
«Il corso avrà una durata di quattro mesi e si svolgerà secondo lezioni settimanali di un’ora ciascuna – aggiunge Gessica Ferreri –. La metodologia sarà di tipo psico-educativo, ovvero volta ad aiutare i soggetti ad accedere a una serie di informazioni circa la natura e la gestione del proprio disagio. L’obiettivo è quello di fornire al bambino gli strumenti per comprendere alcuni comportamenti e sostenerlo nell’affrontare le proprie difficoltà, migliorando la relazione e la comunicazione interpersonale».
«Uno degli obiettivi principali è fornire, attraverso la psicoeducazione, giochi e tecniche specifiche, un aiuto concreto a tutti i bambini con bisogni educativi speciali, che hanno difficoltà a gestire le emozioni, come ad esempio rabbia, impulsività, atteggiamenti di sfida nei confronti di genitori e insegnanti, attenzione ridotta. Ma chiunque interessato potrebbe trarre benefici da questo tipo di corso, perché tutti possediamo un “cervello emotivo”, scientificamente, sistema limbico – conclude Paola Fragomeni –. Il sistema limbico è composto da una moltitudine di strutture cerebrali interconnesse tra loro la cui funzione principale è la regolazione emotiva e una delle sue funzioni è legata alla sopravvivenza. Strettamente connesso alla corteccia prefrontale, coinvolge memoria, emozioni e rinforzi (sia positivi che negativi) e regola una vasta gamma di processi cognitivi e comportamenti. Grazie alle connessioni con diverse aree corticali, risulta essere il “substrato neuro-anatomico” delle funzioni esecutive: pianificazione, attuazione e conclusione di comportamenti diretti a uno scopo attraverso azioni coordinate e strategiche. La nostra mente è qualcosa di meraviglioso e con l’allenamento giusto, è possibile, con perseveranza, trasformare comportamenti disfunzionali, sostituendoli con comportamenti funzionali».