di Stefania Fiato*

L’Ottocento è un secolo denso di avvenimenti che influiscono, in Europa, sul modo di vivere e di concepire l’arte. Nello stesso momento in cui il Neoclassicismo segna la sua maggiore affermazione, sono già presenti nuovi fermenti che gli si contrappongono. Dopo la caduta di Napoleone, infatti, in Europa si affermeranno le temperie del Romanticismo di origine tedesca, che determineranno una evoluzione verso nuove forme espressive. In netta contrapposizione al Neoclassicismo, che si riferiva al mondo classico come modello da imitare e ricercava oltre al bello ideale anche valori assoluti e universali, le tematiche del Romanticismo si incentreranno al recupero della storia delle singole nazioni e delle singole culture. Dalla prima metà dell’Ottocento, si andavano sviluppando anche le premesse per la formazione di quei grandi Stati nazionali, all’interno dei quali l’uomo poteva riconoscersi in una medesima cultura, lingua e tradizione. Soprattutto per questo il romanticismo si differenzierà a seconda delle aree, ogni fenomeno con proprie caratteristiche, seppure improntate ad una unica matrice comune. L’Ottocento è anche un secolo ricco di fonti ancora parzialmente indagate, fonti che collocano gli artisti su un crinale di tutta una serie di riflessioni che porterà il dibattito artistico dell’epoca alla conclusione del processo risorgimentale. Sono anni segnati dalla “mobilità” degli artisti, anni scanditi dalle esposizioni universali e nazionali, anni dove avvengono i primi congressi artistici che vedono confrontarsi pittori e scultori sul rinnovamento necessario dell’educazione artistica nelle accademie. Sono anni in cui si ridefinisce la funzione dell’artista, molto spesso un compatto gruppo di artisti-scrittori che hanno condiviso aspirazioni unitarie e che raccontando la loro parabola artistica ed esistenziale, in un tempo storicamente determinato dalla nascente questione meridionale, finendo per manifestare una forte disillusione sul piano politico, sociale e umano. La primaria necessità di divulgare gli studi e le ricerche, che si concentrano sulla produzione artistica ottocentesca disseminata sul territorio della Calabria e all’interno del contesto italiano, è quanto mai viva e urgente. Si rende essenziale evidenziare i rapporti e le esperienze artistiche, esplicitati dalle opere stesse che popolarono la regione nel secolo XIX e caratterizzarono il “sistema delle arti” pre-unitario prima, nazionale successivamente. A partire dagli anni ’70 del secolo scorso, gli studi sull’Ottocento in Italia hanno preso piede ma il canone stenta ad accettare questo secolo nella rosa delle cose importanti dell’arte italiana, a favore di un Ottocento dove fa da protagonista la modernità francese. Manca ancora un’indagine di taglio differente, mirata ad analizzare le particolari congiunture storiche e artistiche che rendono personalità come Andrea Cefaly, Francesco Jerace e Domenico Augimeri, tutt’altro che marginali nell’ambito delle motivazioni che li animarono e confluirono un fenomeno solo apparentemente meno vistoso. “In Calabria, dice la professoressa Capitelli, proliferano eventi culturali sul tema che hanno come obiettivo la diffusione d’informazione sul patrimonio artistico, ma molto spesso questi sono accomunati da una non adeguata attività conoscitiva e questo ha creato, come conseguenza, una insufficiente conoscenza e una mancanza di consapevolezza, perfino nell’immaginario collettivo, di un rapporto autentico con il territorio. Manca la politica di tutela che ne orienti la valorizzazione, proponendo snodi significativi per i corretti trasferimenti di significato da generazione in generazione, segnalando la necessità di interventi di restauro, e più in generale contribuendo a disegnare compiutamente politiche sui beni culturali di caso in caso funzionali al territorio (nella costruzione di reti-museali, di percorsi tematici, di itinerari didattici). È quindi imprescindibile continuare ad approfondire ulteriormente questo territorio con ulteriori studi specifici in corso di pubblicazione”. 

In copertina: Andrea Cefaly senior, Paolo e Francesca, Museo MARCA, Catanzaro (immagine tratta dal sito “Galleria d’Arte Il Triangolo – Cosenza”

*docente, laureata in Storia dell’Arte