Sabato si è svolto a Sant’Ilario l’incontro “Storie migranti/2”, un evento ideato dalla Eurocoop servizi “Jungi Mundu” e Siproimi in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e il nostro blog. Punto di partenza della manifestazione è stata la nuova edizione de “La signora di Ellis Island” di Mimmo Gangemi, libro dalla sorprendente attualità e punto di partenza ideale per una riflessione sull’emigrazione contemporanea condotta da Ilario Ammendolia, Tonino Carneri e Rosario Zurzolo.

L’emigrazione è un tema che sembra accomunare la prima parte del nostro secolo a quella del secolo che ci ha preceduto. Il tema, reso più che mai attuale e dibattuto dalla crisi sociale e dalla strumentalizzazione politica, è stato ben approfondito durante l’interessante incontro “Storie migranti/2”, svoltosi sabato pomeriggio nelle sale dell’oratorio del “Sacro cuore” di Sant’Ilario dello Jonio su spunto della Eurocoop servizi “Jungi Mundu” e Siproimi (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati), in collaborazione con l’amministrazione comunale e il nostro blog.

Punto di partenza di questo appuntamento condotto da Maria Teresa D’Agostino e conclusosi con l’applauditissimo live di Fabio Macagnino e Francesco Loccisano, dopo i saluti del vice sindaco Enzo D’Agostino, che ha ripreso il tema delle migrazioni del Novecento da S. Ilario, è stato il sempreverde romanzo di Mimmo Gangemi “La signora di Ellis Island”, epopea famigliare che sta alla letteratura italiana come “C’era una volta in America” sta al cinema internazionale, che narra la storia di un migrante calabrese e dei suoi discendenti, la cui intera esistenza sarà condizionata da un particolarissimo incontro. Il romanzo, parzialmente autobiografico e oggi dato nuovamente alle stampe da PIEMME in una nuova edizione, risulta di singolarissima attualità e, grazie alle sue pagine dense di struggente emozione, si trasforma in un’occasione unica di ripercorrere la storia recente della nostra regione e, soprattutto, di riflettere sulla realtà contemporanea, spingendoci a fare un inevitabile raffronto su come le cose (non) siano cambiate rispetto ad allora.

A partire dall’evocativa lettura di Rossella Scherl dei passi più significativi del libro, l’autore, il presidente della Eurocoop Jungi Mundu Rosario Zurzolo, e il direttore editoriale di “Riviera” Ilario Ammendolia hanno approfondito la tematica, narrando ai presenti la propria esperienza e cercando di tracciare le linee di un futuro possibile, in cui l’emigrazione non sia più tema divisivo, ma realtà accettata secondo i principi d’integrazione impostici dal mondo globalizzato.

Gangemi, a lungo titubante circa la possibilità che un romanzo del genere potesse destare l’interesse del grande pubblico, durante la stesura non poteva forse immaginare quanto il suo libro, la sua storia, avrebbe riscosso un così pieno successo, sintomo di una sensibilità che i lettori, non solo calabresi, ma dell’intero Paese, dimostrano nei confronti della tematica, come emerso nel confronto con Jacopo Giuca. Sono migliaia, infatti, gli italiani che ancora oggi possono identificarsi nelle vicende dei protagonisti che l’autore di Santa Cristina d’Aspromonte ci racconta, e non solo perché hanno avuto padri o nonni migranti in passato ma, anche (e soprattutto), perché hanno spesso visto i propri figli partire per terre lontane utilizzando i voli internazionali o i treni ad alta velocità al posto dei transatlantici.

Ma, come accennato in precedenza, il tema è divenuto di stringente attualità anche a causa degli intensi flussi migratori che negli ultimi anni hanno convinto centinaia di migliaia di disperati mediorientali a salire su zattere di fortuna alla volta dell’Europa, un flusso insistete e destabilizzante che è stato strumentalizzato da certa politica che ha speculato sulla preoccupazione e l’indignazione delle masse.

È su questo aspetto che ha riflettuto proprio Rosario Zurzolo, il breve ma incisivo intervento dell’ex consigliere comunale Antonio Carneri e Ilario Ammendolia, protagonista, in qualità di sindaco di Caulonia, del primo progetto di accoglienza della Locride, risalente all’ormai lontano 2007, che è stato preso a esempio e sviluppato non solo da Mimmo Lucano, poi salito agli onori della cronaca grazie al suo “Modello Riace” e alla dubbia vicenda giudiziaria ad esso legata, ma anche da altri operatori coraggiosi che hanno creduto nell’integrazione come valore aggiunto della nostra società e ne hanno fatto una stella polare da seguire per arricchire le proprie comunità, come accaduto a Camini e proprio a Sant’Ilario dello Jonio.

La presenza in sala di una nutrita comunità siriana è stata infatti un valore aggiunto a una serata di grande spessore culturale come solo quelle a cui l’Amministrazione di Sant’Ilario, sia con l’ex primo cittadino Pasquale Brizzi che con l’attuale Giuseppe Monteleone, ci ha abituati negli ultimi anni. L’evento ci ha infatti dimostrato come il nostro futuro possa essere più luminoso grazie anche solo alla complementarietà tra culture diverse che, finalmente unite con l’obiettivo comune di far risorgere territori anche depressi come il nostro, potrebbero farci edificare una Calabria nuova, finalmente in grado di trattenere presso i propri lidi le personalità e le intelligenze che oggi fanno la fortuna dell’estero e in cui la diversità sia declassata a ciò che davvero è: un mero costrutto mentale. (Foto Giovanna Lombardo)