Il luogo è baciato dalla fortuna per la posizione orografica ed il clima: in una valle attraversata da un fiume e riparata dai venti forti, a quindici minuti d’auto dal mare Ionio e altrettanti dalle montagne dell’Aspromonte, ad otto dalle Terme di Antonimina. La casa è ai piedi di una roccia tridentata detta “Tri Pizzi”, dove la leggenda colloca un vulcano ora spento, ovvero il magico nucleo della Locri arcaica, mentre la memoria popolare e alcuni resti murari documentano un santuario dedicato a S. Pietro. La ricchezza di acque sorgive dalle proprietà benefiche è una delle caratteristiche del luogo e, poco distante dalla casa, la fiumara crea una vorticosa cascata che confluisce in un laghetto, meta di sorprendenti escursioni. La casa, su due livelli, ha i caratteri di una dimora contadina.

Casa di erbe e agriCulture, luogo di utopie concrete per connettere le persone con aromi, sapori, suoni, saperi, emozioni e nuova conoscenza.

di Marò D’Agostino*

In questi ultimissimi anni, uno straordinario movimento di rinnovamento e di avvicinamento ai valori reali del paesaggio è avvenuto per così dire “dal basso”, nelle realtà locali che si sono attivate con varie modalità ed energie con la presa di coscienza che è proprio dalle realtà territoriali che si può imbastire un modo più soddisfacente di abitare, di relazionarsi, e perfino delle prospettive occupazionali ed economiche. Le Case delle erbe nate in alcune regioni italiane ed europee o altre soluzioni simili rappresentano l’attualità del genius loci, mentre la rete relazionale che tra esse si va creando determina possibilità di confrontare e coniugare esperienze diverse ed autentiche, di diffondere i saperi e di comunicarne il senso di un vivere più naturale. Anche in Calabria, proprio nella Locride, nei pressi di Antonimina, sebbene ricadente nel Comune di Ciminà, sono nata io, una delle prime Case delle Erbe italiane. Sono la “casa della Foresta”, che Marò D’Agostino, la fondatrice e presidente del circolo culturale omonimo, ha ribattezzato “Casa delle erbe e delle agriCulture”.

 

La mia proclamazione, nel marzo 2017,  è frutto di un incontro, fortunato e battezzato dalla Dea Persefone, tra questa  utopia in cerca della  forma più  concreta e la magica energia di Maria Sonia Baldoni, la Sibilla delle erbe e coordinatrice del Movimento delle case delle erbe. 
L’idea della Casa delle erbe e delle agriculture era sortita, in realtà, nel 2003 col recupero e la riutilizzazione della casa di campagna della famiglia materna di Marò, la quale ha curato  nei dettagli il progetto di recupero e riuso, ha diretto il cantiere e  ha impresso i segni che oggi mi caratterizzano.  La casa della “Foresta” e i terreni annessi, fino ad alcuni decenni addietro, costituivano un sistema integrato dove formule oggi considerate innovative di autoproduzione e distribuzione delle risorse, di economia aziendale, di scambio e mutuo soccorso – nonché le regole del riciclo e dell’autonomia energetica – erano applicate nella quotidianità.  Insomma: un modello tipologico costruttivo ed economico da conoscere e salvaguardare con grande attenzione e rispetto.

 

Ecco che un modello esemplare di una cultura contadina colta ed autentica si è interfacciato con il progetto di recupero e valorizzazione della casa e della campagna intorno, compresi la memoria e il senso, e a partire dalla certezza bio-qualitativa delle risorse. Si è trattato di ipotizzare e concretizzare un connubio tra bisogni immateriali ma potenti quali la conoscenza e il benessere delle persone e alcuni stimoli materiali e sensibili forniti  dalla terra e dal luogo. Un percorso alternativo alle modalità usuali con cui si trascorre i l tempo, si abitano gli spazi e ci si nutre. Differente anche dalla concezione di attività nate per confezionare benessere.
Mi piacerebbe essere definita Casa delle erbe e delle rose. Cosa sono di preciso? Ecco: a partire da un nucleo di attività, di riconoscimento, catalogazione ed utilizzazione delle erbe spontanee, dei frutti e dei fiori – in particolare, appunto, delle rose – sono ri-diventata un centro operativo; laboratorio e osservatorio conoscitivo, didattico ed artistico sulla natura del luogo e del paesaggio in ogni stagione, in ogni giorno dell’anno. Per la mia posizione, immersa nel verde, chi ha modo di conoscermi mi definisce un’oasi, un paradiso di relax con la possibilità di applicazione di terapie naturali; con meditazione, terapia del silenzio, e altre pratiche per chi, proveniente da contesti urbani o situazioni stressanti, ha bisogno di recuperare l’equilibrio psico fisico e le energie vitali. E sono già punto di riferimento per artisti, musicisti e designer.

casa erbe 7

*Marò D’Agostino, artista controcorrente, custode della Casa delle Erbe, architetto e progettista di “utopie concrete”, cura anche la storica Galleria Arkè, a Locri (RC), dove ha già ospitato oltre cinquanta mostre.

La Casa delle Erbe della Locride, sita in Contrada Barbaro di Antonimina (RC), oltre ai fine settimana dedicati ai riconoscimenti delle erbe e agli eventi dedicati alla valorizzazione della terra, dal 2018 organizza annualmente “La festa delle Rose”: due giorni dedicati alla regina dei fiori tra escursioni, degustazioni e laboratori interamente declinati sulle rose.