Carolina, saggia quanto colorata, i suoi dolcissimi fratelli, Mose, gigante buono, Barney, cagnolone sempre festoso, e Yoseph, incontro fondamentale per Nives. Tutti abitanti del B&B “Il Paradiso delle buone Intenzioni”, luogo magico di accoglienza e amore. Una galleria di personaggi tratteggianti con eleganza animano il romanzo La forza del corallo di Rosaria Tropepe, docente, brillante donna di cultura, all’esordio nella narrativa con questa storia densa di sentimenti e di bellezza. Protagonista è, appunto, Nives, smarrita ma decisa a ritrovarsi, dentro un viaggio breve nello spazio geografico ma lungo e profondo dentro sé stessa. Alla ricerca dell’armonia della vita, delle cose buone e vere perse in rapporti sbagliati, delle energie che ridanno slancio e forza, come quelle che animano il tenace corallo del titolo. Una donna fragile e forte, Nives, che, come recita la quarta di copertina, contiene “tracce” dell’autrice.

 

«Nives potrebbe essere chiunque. Anzi, è chiunque sia inconsapevole della propria forza pur non lasciando vincere le proprie paure.  Ed è questa la mia prima “traccia”. E poi  entrambe siamo “tanto” senza sentirci mai abbastanza anche se, devo dire, scrivere di lei mi aiutato ad acquisire una nuova immagine di me. Infine, vive in Nives lo stesso modo ironico di vedere le cose difficili, un senso dello humor che non ne sminuisce l’importanza ma che aiuta, piuttosto, ad affrontarle» dice Rosaria Tropepe, nata a Reggio Calabria, che oggi vive e lavora a Polistena.

La locanda “Paradiso”, come luogo immaginario, è un posto in cui ritrovare sé stessi. Rosaria come donna e come scrittrice dove si è “ritrovata”? Dentro di me. Costruendo la mia immagine interiore con ogni preziosa tessera che mi hanno donato le persone e i fatti della mia vita. Ma è quando ho capito che le domande sono fuori e le risposte dentro che mi sono più che trovata… “accomodata”. Oggi mi piace pensare di stare comoda nella mia vita.

Dove e quando nasce la tua scrittura? Scrivo da quando leggo. Non riesco, a memoria, a scindere i due momenti. La lettura prima e la scrittura quando mi sono sentita abbastanza sicura, sono stati ancora nella mia evoluzione di donna e scrittrice, specie quando io ero il mio unico lettore. Rileggersi aiuta a capirsi. E riuscire a farsi leggere aiuta a condividere.

Quali gli autori che hanno contribuito alla tua formazione? Ho letto talmente tanto e amato talmente tanti autori che dirlo mi viene davvero difficile! Una cosa che, però, mi ha sicuramente ispirato è stato l’avvicinarmi ai grandi autori russi. A suo tempo, lo feci con la reverenza di un nano davanti a dei giganti sacri per scoprire, con immenso piacere, che la loro grandezza consisteva in una scrittura pulita, scevra da manierismi e orpelli. Era quello che cercavo: una scrittura che scorresse senza togliere tempo al godimento della lettura. E, poi, sempre nel cuore Olive Price. Il suo Un ciuchino per il re è stato il mio primissimo libro. In questo caso è ovvio non si tratti di stile ma dell’emozione fortissima provata per la prima volta nel leggere un libro che mi ha segnato per sempre.

Cosa ti aspetti da questo romanzo? Che chi mi legge si ritrovi. Da lettrice amo i momenti in cui ritrovo tra le parole di altri i miei stessi sentimenti, uguali emozioni, mi fa sentire “connessa”, nel senso più vero del termine, al resto del mondo e mi rassicura. Ecco, vorrei suscitare la stessa cosa.

 

Rosaria Tropepe con Peppe Livoti in un incontro culturale alle “Muse” di Reggio Calabria, e con Alessandro Baricco, a Rosarno.