Francesco_f_fotoUna passione nata nell’azienda agricola familiare. Parte da qui il percorso che ha portato Fancesco Fratto, calabrese di Soveria Simeri in provincia di Catanzaro, ad ottenere importanti riscontri professionali.

Socio fondatore di ARB Agriculture Rural Brokers, socio di Aicare e socio dell’azienda agricola e agrituristica di famiglia Santacinnara. Coautore del rapporto Agriturismo e multifunzionalità – Scenario e prospettive (edizioni 2018 e 2017) e del  manuale Agriturismo e multifunzionalità dell’azienda agricola – Strumenti e tecniche per il management, realizzati da Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, nell’ambito delle attività della Rete rurale Nazionale.

Una passione diventata lavoro, nutrita da quando nel 1983 l’azienda agricola di famiglia, tramandata da generazioni,  aprì  l’agriturismo. Questo impegno nel settore lo ha portato nel 2005 ad essere eletto presidente di Agriturist Calabria, un’associazione di categoria che negli anni lo ha chiamato ad occuparsi di agriturismo a livello nazionale. Percorso fatto di esperienza acquisita sul campo che lo ha condotto ad Ismea.

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Ha seguito lo sviluppo dell’agriturismo per alcune regioni di Italia e diversi Paesi nel mondo, raro caso in cui la parola agriturismo non viene tradotta, venendo recepita in italiano.

Inevitabile la domanda sullo stato dell’agriturismo in Calabria. «La Calabria conta più di seicento aziende di cui l’80% fa ospitalità e poco più della metà fa anche ristorazione. Un comparto – spiega Francesco – che ha ancora grandi potenzialità di sviluppo in termini di arrivi e presenze sul mercato straniero. Bisogna lavorare molto sulla formazione perché la realtà è che l’agriturismo calabrese ha sofferto tanto dell’improvvisazione degli operatori, oltre a patire di una serie di barriere create dalla burocrazia, e dalla lentezza delle istituzioni nel riconoscere e premiare le innovazioni. A parte questo, con grande ottimismo il comparto va avanti, avvicinando molti giovani».

Giovani che dalle statistiche si stanno ricongiungendo alla terra, spesso anche dopo essersi laureati in altre discipline. Un ritorno alle origini che sembra coinvolgere anche la Calabria.

«È proprio così! Non è una moda, molti giovani grazie all’agriturismo, alle attività didattiche e social, alla creazione di laboratori, alla trasformazione dei prodotti, sono riusciti a realizzare grandi cose e tutti questi servizi prima pensati per l’agricoltura, subito dopo diventano servizi per il territorio e per il turismo. In questo sono stati molto utili i piani di sviluppo rurale con il premio di “primo insediamento” che ha favorito l’inserimento nel settore di ragazzi giovani, con il conseguente ringiovanimento dei conduttori aziendali».

Per Francesco affinché una realtà agrituristica possa funzionare nel tempo si deve puntare sul qualificare e differenziare l’offerta, caratterizzarla e per questo distinguerla da altre forme ricettive. Si sofferma sulla necessaria collaborazione tra gli attori del territorio, per lui una leva per raggiungere obiettivi comuni ed importanti.

Ad essere attratti da questa vita non sono solo i giovani, ma anche tante donne. In Italia, come in Calabria, un agriturismo su quattro è gestito da donne. «In termini occupazionali l’agriturismo sta dando un grosso impulso. Attrae investimenti in aree rurali laddove nessun’altra attività può stimolarli. Buona parte degli agriturismi italiani è ubicata in comuni con meno di cinquemila abitanti, comuni interni, lontani dai servizi. Un modo per rendere fruibili piccoli centri dove prima non si poteva né dormire né mangiare».

https://www.agriruralbrokers.com/home-2/

http://www.aicare.it/

https://santacinnara.com/

http://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/10551