Una delle peggiori piaghe della nostra terra è certamente quella dell’emigrazione.
Dalle partenze con il piroscafo risalenti all’inizio dello scorso secolo alla contemporanea fuga dei cervelli, la Calabria post risorgimentale, orfana di quelle ricchezze di cui l’Unità d’Italia l’ha privata, ha subito in ogni epoca storica un’emorragia di prole destinata a trovare maggior fortuna in altre zone del Paese o, perché no, all’estero. Costretta a dire addio a intere generazioni dei suoi figli migliori, la nostra sfortunata Regione ha dunque scoperto il fianco a una narrazione che ha trasformato il suo dolore in ignorante omertà, le sue difficoltà in vizioso lassismo, la sua voglia di riscatto in criminale desiderio di rivalsa.
Dopo più di un secolo di vessazioni, tuttavia, l’avvicendarsi di tempi cupi per la nostra bella Italia ci ha fatto riscoprire quanto sia bello sognare per la Calabria un futuro migliore, fatto di idee innovative e della creazione di opportunità che permettano anche al nostro territorio di contribuire fattivamente alla crescita della Nazione, conquistando al contempo il diritto di venire finalmente descritta per ciò che è davvero. Sono sempre di più, infatti, gli anziani, gli adulti, ma anche e soprattutto i giovani che vogliono tornare in Calabria, vogliono ricominciare dalla Calabria o, meglio ancora, vogliono restare in Calabria, e che, con l’intento di realizzare questo sogno, stanno stilando progetti che potrebbero cambiare una volta per tutte la storia del mezzogiorno.
Nella stessa settimana in cui lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’Amministrazione Comunale di Siderno ha gettato nello sconforto un’intera comunità, un gruppo di ragazzi del luogo ha ad esempio voluto lanciare un immenso segnale di speranza per questo comprensorio presentando un progetto di innovazione turistica che, facendo leva sulla messa in rete delle strutture ricettive e delle convenzioni con gli esercizi commerciali e i locali della ristorazione, dia il là alla realizzazione di un immenso albergo diffuso comprensoriale che ha tutte le carte in regola per divenire buona pratica da applicare in tutto il mondo.
Un evento, apparentemente simile a tanti altri che, nel corso degli anni, si sono susseguiti nei nostri piccoli paesi di provincia, in grado tuttavia di confermare, grazie al coinvolgimento di giovanissimi, che la nostra regione possa rinascere solo attraverso l’azione di una classe dirigente decisa a rimanere anziché partire, che realizzi progetti in grado di migliorare il proprio status quo anziché piangersi addosso, che dichiari di non volersi arrendere fino a quando anche l’ultimo centesimo non sarà stato investito nello sviluppo di una terra che ha ancora tante, troppe potenzialità inespresse.
Noi crediamo in questi e in tanti altri ragazzi che stanno adottando iniziative simili e, indipendentemente dalla buona riuscita delle stesse, vogliamo sostenerli in tutti i modi possibili.
La nostra speranza, infatti, è che anche altri vogliano tendere a questi giovani una mano e che altri ancora, anche non più così giovani o, perché no, appena entrati nell’adolescenza, vogliano prenderli a esempio per aiutare mamma Calabria a rialzarsi una volta per tutte…

(Foto Raffaele Montepaone)